Tumore al colon-retto

Tumore al colon-retto

Il tumore del colon-retto è il terzo tumore in ordine di frequenza nell’uomo e il secondo nella donna. La maggior parte delle neoplasie del colon e del retto originano da polipi non noti al paziente e pertanto non asportati che negli anni si trasformano diventando delle vere e proprie neoplasie.  

Una volta ottenuta la diagnosi di neoplasia si completa la stadiazione con gli esami più opportuni del caso (TAC torace-addome, RM, EUS etc) ed il paziente viene preso in carico in toto per il trattamento della sua patologia. Una nuova diagnosi di neoplasia del colon-retto viene pertanto discussa in sede multidisciplinare ovvero tra i Chirurghi, Gastroenterologi ed Oncologi insieme ai colleghi dell’Anatomia Patologica, della Radiologia e della Radioterapia. Il fine di questa discussione è il tentativo di offrire al paziente la migliore cura disponibile coinvolgendo i vari specialisti del caso.

In linea del tutto generica, si può affermare che il trattamento delle neoplasie del colon è generalmente diverso da quello delle neoplasie del retto.
La maggior parte di neoplasie del colon vengono approcciati in primis dal chirurgo e successivamente in base all’esito dell’esame istologico del pezzo asportato il paziente viene sottoposto o meno ad una eventuale chemioterapia sistemica. Per quanto riguarda le neoplasie del retto invece spesso il paziente viene inizialmente trattato dai colleghi oncologi e radioterapisti e successivamente viene riferito al chirurgo per l’esecuzione dell’intervento chirurgico di asportazione del retto. Il tipo di intervento chirurgico varia in relazione alla sede del tumore.

Nell’Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza io ed i miei colleghi operiamo la stragrande maggioranza dei pazienti con delle tecniche di tipo mininvasivo ovvero mediante l’approccio laparoscopico o robotico. La laparoscopia consiste nell’operare all’interno dell’addome del paziente mediante poche e piccole incisioni e con l’utilizzo di una telecamera e di alcune pinze lunghe appositamente dedicate.

L’approccio robotico invece consiste nell’utilizzo del Robot da Vinci Xi (ultimo modello attualmente disponibile sul commercio) che viene collegato al paziente tramite delle braccia articolabili e viene governato dal chirurgo che lavora ad una console a qualche metro di distanza dal paziente. In alcuni casi selezionati, oltre all’ intervento classico eseguito per via addominale, occorre eseguire anche un approccio transanale, ovvero dall’ano mediante tecniche definite come TEM/TAMIS/TATME. Tali interventi sono comunque essere svolti per via interamente mininvasiva. Solo in pochi rari casi si ricorre alla tecnica tradizionale con incisioni addominali. Tra i vari vantaggi della laparoscopia e dell’utilizzo del Robot si annoverano un percorso postoperatorio più agevole e veloce, meno doloroso e con minori complicanze.

Recentemente abbiamo introdotto l’utilizzo del verde di indocianina, un colorante vitale intraoperatorio, che aiuta il chirurgo in alcune importanti scelte terapeutiche mediante l’utilizzo di una telecamera dedicata ed ha la funzione di ridurre le complicanze chirurgiche normalmente connesse all’intervento chirurgico stesso. In alcuni casi, occorre sapere che è indicato “proteggere” l’anastomosi (l’unione dei due monconi dell’intestino una volta che il segmento di colon-retto contenente il tumore è stato asporato), deviando temporaneamente il transito delle feci all’esterno con il confezionamento di una stomia. Questo avviene in casi selezionati ed il paziente viene sempre informato prima dell’intervento su questo rischio.

La stomia è generalmente temporanea e la continuità intestinale viene ristabilita con un secondo intervento chirurgico a distanza di qualche mese dal primo. In rari casi invece, vista la localizzazione della neoplasia nella parte più bassa del retto è necessario procedere all’asportazione in toto di tutto il retto ed al confezionamento di una stomia permanente.

I pazienti operati per neoplasie del colon retto in Fondazione Poliambulanza vengono inseriti nei protocolli di gestione clinica dei pazienti che ha la funzione di velocizzare il recupero postoperatorio del paziente così da ottenere un ritorno più celere alla propria vita di tutti i giorni.

 

 

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Il Prof. Mohammad Abu Hilal è direttore del dipartimento di Chirurgia Generale e responsabile dell'Unità di Chirurgia Epatobiliopancreatica, Robotica e Mininvasiva di Fondazione Poliambulanza.

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